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F**K SIMILE

F**K SIMILE

70 X 50 cm

Una serie di quadri realizzati con una tecnica mista che unisce la cartapesta — ottenuta da pagine originali di giornalini di Paperinoa interventi pittorici dallo stile dichiaratamente cartoon. Le opere combinano il fascino nostalgico del fumetto con una riflessione visiva su tematiche attuali: il consumismo, l’identità digitale, l’ansia sociale e la fragilità emotiva.

La base di cartapesta, composta da frammenti di storie umoristiche e spensierate, crea un contrasto ironico e potente con le immagini dipinte sopra, che reinterpretano i personaggi in chiave contemporanea, spesso colti in situazioni paradossali o critiche. I colori vivaci, i contorni marcati e le espressioni caricaturali catturano lo sguardo, ma dietro l’apparente leggerezza emerge una lettura più profonda della realtà, fatta di contraddizioni, conflitti interiori e interrogativi sociali.

Un lavoro che fonde cultura pop e messaggio artistico, facendo dialogare il linguaggio universale del fumetto con l'urgenza comunicativa dell'arte contemporanea.

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  • "Valore Doppio"

    In Valore Doppio, l’artista utilizza come sfondo la banconota da 50.000 lire, un tempo ornata dal volto di Gian Lorenzo Bernini, figura centrale del Barocco italiano. Simbolo di creatività, dinamismo e grandezza estetica, Bernini diventa qui il punto di partenza per una riflessione contemporanea sul valore — non solo economico, ma culturale e simbolico.

    I volti maschili delle vecchie lire, qui rivisitati, non appartengono più al pantheon dell’arte e della storia, ma vengono trasfigurati in uomini di potere contemporanei: CEO, imprenditori, sguardi freddi e sicuri che rappresentano il nuovo volto del prestigio.

    Sovrapposta, emerge una figura femminile digitale. È intensa, sensuale, stilizzata in stile Pop Art, come una moderna Venere che desidera sia la bellezza dell’arte sia l’attrazione del denaro. La sua presenza domina la scena: simbolo di potere, desiderio e controllo, in bilico tra ambizione e introspezione.

    L’opera diventa così un’interrogazione sul presente: l’eredità artistica del passato viene riconvertita in moneta visiva, mentre il corpo e l’identità della donna si fanno spazio di contraddizione e conquista. Una riflessione sulla cultura dell’immagine, il capitalismo estetico e la tensione tra patrimonio e profitto.

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  • "Luce Sporca"

    In Luce Sporca, l’artista utilizza come base visiva la banconota da 500.000 lire, dove un tempo regnava sereno il volto di Raffaello Sanzio, emblema del Rinascimento, dell’equilibrio e della bellezza ideale. Ma in questa composizione Pop Art, l’armonia classica viene stravolta e disturbata.

    Al centro, una figura femminile bendata dal denaro: banconote che le coprono gli occhi come un velo tossico, simbolo di un’accecante dipendenza dalla macchina del successo economico. Non vede, ma è vista. La sua bellezza è resa ambigua: potente e fragile, sedotta e strumentalizzata.

    Sulla sinistra, un uomo di successo, elegante e compiaciuto, mostra sul volto segni femminili — baci, rossetto — come trofei da esibire. È l'immagine del trionfo, dell’uomo che ha “vinto” nel sistema. Ma quei segni sono anche simboli di consumo: il successo è erotizzato, ma vuoto.

    Al fondo, lo sguardo di Raffaello è furioso. L’artista del divino è trasformato in testimone critico di un’epoca dove la bellezza è mercificata, e l’etica estetica viene violata dalla seduzione del profitto. Il suo volto, solitamente calmo, appare contratto in un’espressione inquieta, come se cercasse di sottrarsi al tempo moderno.

    Luce Sporca è un’opera che riflette sull’estetica del potere, sulla spettacolarizzazione del corpo e sull’uso del denaro come filtro ideologico. È un omaggio distorto a Raffaello e, al tempo stesso, una denuncia di ciò che oggi consideriamo “valore”.

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  • "Luce Mercificata"

    In Luce Mercificata, l’artista gioca con il simbolismo della banconota da 2000 lire, un tempo emblema del progresso tecnologico e della comunicazione, con il volto di Guglielmo Marconi, pioniere delle onde radio. Marconi, la cui mente ha aperto la strada a un mondo di connessioni globali, ora si trova a fare da sfondo a una scena di mercificazione e seduzione.

    Sulla sinistra, una donna, il volto fermo in uno sguardo audace, sembra quasi sfidare l’artista a vendere la sua opera a un prezzo ridotto. Il suo atteggiamento è intrigante e provocante, mentre il suo sorriso complice lascia intendere una richiesta sottile: "Cosa sarebbe disposta a fare per ottenere questa opera, se non la cifra che chiede?"

    Il corpo sinuoso e l’atteggiamento seducente della donna non sono solo un richiamo al desiderio, ma un veicolo di potere all'interno del mercato dell'arte. Il suo gesto è carico di implicazioni, una richiesta che va oltre la mera contrattazione economica: un “sconto” che nasconde un patto implicito, una transazione che non si limita al denaro.

    Il pubblico, così, si trova di fronte a una domanda scomoda e inquietante: qual è il valore di un'opera d'arte in un mondo dove la bellezza è sempre più mercificata, dove il desiderio di possedere va di pari passo con l’umiliazione del prezzo? Marconi, simbolo di scienza e progresso, sembra osservare con distacco questa dinamica, come se avesse previsto che l'arte, come ogni altra cosa, sarebbe diventata oggetto di compravendita e consumo.

    La sua presenza, quasi invisibile sullo sfondo della scena, appare come un monito, un richiamo alla perversione di un'epoca in cui il valore culturale è sempre più legato al denaro e all’immagine.

    Luce Mercificata non è solo una riflessione sul mondo dell’arte, ma un’indagine sul desiderio, sul potere del corpo, e sulla continua manipolazione del valore in una società che ha perso la misura della bellezza autentica.

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  • "Luce Ereditata"

    In Luce Ereditata, l’artista si confronta con il volto austero e geniale di Alessandro Volta, simbolo del merito, dell’invenzione e dell’energia creativa. La banconota da 10.000 lire, un tempo omaggio al progresso scientifico e all’ingegno individuale, diventa qui il palcoscenico di una critica sottile e tagliente alla narrazione del successo contemporaneo.

    Al centro della scena, un uomo elegante, impeccabilmente vestito, posa con l’aria sicura di chi è abituato a essere ammirato. Il suo sguardo è fiero, il sorriso appena accennato: è l’immagine del vincente, dell’uomo arrivato. Ma lo sguardo più attento coglie l’inganno. Alle sue spalle, ben visibili e onnipresenti, le sagome muscolose della sua famiglia, figure borghesi e altolocate che lo sorreggono come colonne. Sono loro a tenerlo in piedi, a spingerlo avanti nel suo cammino illusoriamente autonomo.

    Lui non ha costruito nulla, eppure possiede tutto. Il suo successo è un'eredità travestita da talento. La sua "carriera" è una linea tracciata da altri, da capitali accumulati, da conoscenze tramandate, da reti familiari. La sua esistenza è una performance ben riuscita di un privilegio ereditato.

    Il volto di Volta, sullo sfondo, osserva la scena con malinconica ironia. L’uomo che ha generato energia dal nulla guarda ora un mondo dove nulla si genera davvero, dove il potenziale individuale è annullato dal peso di ciò che si eredita. L’inventore viene trasformato in spettatore impotente di una società che premia l’apparenza del merito, senza più chiederne la sostanza.

    Luce Ereditata è una riflessione sull’ipocrisia del successo moderno: una luce che non nasce dall’interno, ma che viene riflessa da specchi antichi, da capitali familiari, da ruoli preconfezionati. È un atto di accusa contro la narrazione del self-made, e un invito a guardare oltre la superficie lucida di chi si presenta come vincente.rappresentano il nuovo volto del prestigio.

    Sovrapposta, emerge una figura femminile digitale. È intensa, sensuale, stilizzata in stile Pop Art, come una moderna Venere che desidera sia la bellezza dell’arte sia l’attrazione del denaro. La sua presenza domina la scena: simbolo di potere, desiderio e controllo, in bilico tra ambizione e introspezione.

    L’opera diventa così un’interrogazione sul presente: l’eredità artistica del passato viene riconvertita in moneta visiva, mentre il corpo e l’identità della donna si fanno spazio di contraddizione e conquista. Una riflessione sulla cultura dell’immagine, il capitalismo estetico e la tensione tra patrimonio e profitto.

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  • "Lezione di Shopping"

    In Lezione di Shopping, l’artista prende come base visiva la banconota da 1.000 lire, su cui campeggia il volto di Maria Montessori ; pedagogista, scienziata, pioniera dell’educazione libera e del valore formativo del lavoro. Ma in questa composizione contemporanea, l’immagine di rigore e dedizione lasciata da Montessori si scontra con una realtà che ne tradisce i princìpi.

    Sulla sinistra, una figura femminile emerge con passo sicuro, trascinata però da una pioggia di sacchetti, loghi e pacchi griffati. È l’icona della consumatrice moderna: elegante, affaticata ma mai sazia, vittima e al tempo stesso artefice di un culto dell’acquisto che si sostituisce a ogni altro valore. Il suo volto è scioccato, lo sguardo perso in una soddisfazione effimera, come se il senso stesso dell’identità si fondasse ormai sulla capacità di possedere.

    Dall’altro lato, lo sguardo di Maria Montessori è disarmante nella sua malinconia. Lontano dalla severità, il suo volto è affranto, quasi rassegnato: non giudica, ma osserva con profondo dispiacere. Lei, che ha speso la vita per insegnare l’importanza dell’impegno, della costruzione paziente, del valore formativo del lavoro, assiste ora a una società che ha invertito le priorità. Il sacrificio è stato sostituito dall’impulso. Il sapere, dall’apparire. L’identità, dal consumo.

    Il contrasto è viscerale: da un lato il pensiero, l’educazione, la crescita. Dall’altro, la superficie, l'accumulo, l’illusione. E al centro, una banconota che un tempo simboleggiava cultura accessibile e valore umano, ora diventa lo sfondo muto di un nuovo sistema di “valori”.

    Luce Superflua è una riflessione amara sul presente: un’epoca in cui ciò che si possiede vale più di ciò che si è. È un omaggio a Montessori, ma soprattutto un grido visivo: quanto costa davvero ciò che compriamo?

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  • "Patto in Caduta Libera"

    In Patto in Caduta Libera, l’artista utilizza la banconota da 100.000 lire come tela per una delle sue riflessioni più spietate e sceniche. Al centro, due mani si stringono con forza — un gesto simbolico, solenne, apparentemente diplomatico. È l’accordo tra due potenze: Russia e America. Ma questa stretta non sigilla la pace, né la collaborazione. È un contratto sottile, quasi colloso, tenuto insieme da interessi economici, strategie nascoste, e dalla perenne ombra del profitto.

    Il denaro è il vero mediatore, il motivo non dichiarato. Non c’è fiducia, solo convenienza.

    Sullo sfondo, sulla sinistra, un uomo in tuta da astronauta — simbolo della conquista spaziale, del progresso scientifico, dell’ideale umano che supera i confini terrestri — solleva con leggerezza una montagna di banconote. Ma il gesto è ingannevole: l’assenza di gravità gli permette ciò che sulla Terra sarebbe impossibile. L’illusione domina la scena. L’atto sembra titanico, ma è reso facile da condizioni artificiali. Come molti accordi politici e finanziari, anche questo gesto è spettacolo più che sostanza.

    E poi c’è Caravaggio. Il suo volto campeggia in alto, tagliato da luci nette e ombre profonde, come nei suoi quadri. Ma non è in posa. Osserva. Perplesso, teso, forse persino disgustato. Non interviene, ma scruta come chi sa che tutto può crollare da un momento all’altro. Aspetta un passo falso, un errore, una maschera che cada. Sa che uno dei due — o entrambi — sta giocando sporco. Il suo silenzio è giudizio.

    Chi vincerà? È davvero importante?

    Chi paga, alla fine, il prezzo di questi accordi?

    È ancora possibile distinguere il progresso dalla messinscena?

    Patto in Caduta Libera è una denuncia visiva, un’opera sospesa tra teatro politico e allegoria contemporanea. In un mondo dove anche la gravità può essere aggirata, l’unico peso che resta è quello delle conseguenze.

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